Il toponimo Ortigara indica una montagna che nella realtà costituì solo uno , e nemmeno il più importante, degli obbiettivi che si prefissava l'attacco italiano sferrato alla fine del 1916 e nella prima parte dell'estate del 1917. Si tratta del luogo piu' frequentato dell'Altopiano di Asiago, uno dei più famosi della prima guerra mondiale, ancora ricco di resti, testimonianze e monumenti. La zona dell' Ortigara costituisce un imponente bastione facilmente raggiungibile dall'altipiano di Asiago, ma accessibile solo con impervi sentieri dalla Val Sugana. E' quindi Asiago, con i comuni limitrofi, la porta di accesso alle pietrose pendici dell'Ortigara e delle altre cime consacrate alla storia dal sangue di migliaia di combattenti dell'una e dell'altra parte. L'offensiva austriaca nel Sud Tirolo costrinse la linea difensiva italiana a retrocedere fino ai margini dell'altopiano dei Sette Comuni, abbandonando posizioni che l'Italia considerava di capitale importanza per la salvaguardia dei confini.Si rense pertanto necessaria, la riconquista delle posizioni perdute, con l' ” Operazione K”. Ma le truppe austro-ungariche si sganciarono da quelle italiane e riescirono a guadagnare la nuova linea difensiva sulla linea Val d'Assa, M. Interrotto, M. Zebio, M. Chiesa, M. Campigoletti, M. Ortigara. Si forma cosi' una “terra di nessuno” al centro della quale si trovavano il Vallone dell'Agnellizza e Pozza dell'Agnellizza. L'arrivo di un inverno particolarmente rigido frenò ogni velleita' di contrattacco Italiano e se ne riparlera' nel 1917. L' ”Operazione K” prevista per l'autunno dell'anno precedente, viene ripresa ed ampliata in termini di obiettivi e di fronti d'attacco. L'offensiva, lanciata il 10 Giugno 1917, culminò nella Battaglia dell'Ortigara da cui dipesero le sorti dell'intero sforzo bellico di riconquista delle posizioni perdute durante la Strafexpedition del 1916. Combattuta sulla famosa cima fino al 30 giugno 1917, è rimasta impressa nella memoria collettiva di chi l'ha vissuta come " il calvario degli Alpini". Malgrado l'esito disastroso della battaglia e l'immane carneficina, i comandi d'armata non colsero la reale situazione tattica delle truppe italiane, che avrebbe richiesto un immediato ripiegamento generale; ordinarono, invece, un vasto contrattacco condotto con tutte le risorse disponibili. La perdita dell'Ortigara fu seguita, fino alla notte a cavallo tra il 29 e il 30 giugno, da una serie di ordini caotici e di contrordini in occasione della quale i comandanti di divisione vennero più volte smentiti dal comando di corpo d'armata, il quale tornò anche più volte sui suoi passi, confermando ordini prima revocati. I generali Mambretti e Montuori ordinarono il contrattacco solo poche ore dopo la perdita dell'intera linea dell'Ortigara, come se l'efficienza dei battaglioni e delle artiglierie superstiti fosse ancora quella iniziale del 19 giugno, cosa palesemente non vera date le pesanti perdite subite. Si trattò di un'autentica babele che mise in luce la clamorosa inadeguatezza di chi occupava i posti di più alta responsabilità, inadeguatezza che ebbe poi una tragica conferma in occasione della disfatta di Caporetto.
Si tratta della più grande battaglia in quota mai combattuta.
Ortigara. Operazione k
installation | photography | archival print/Hahnemuhle Paper | 5 photographies variable size | edition of 3 | 2015
© all rights reserved | 2019 | Antonio La Grotta
available ed.2/3
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pagina 7 dell'Almanacco
L'Almanacco
Presidente: Dario Frattini
Segreteria organizzativa: Attilia Fanchi Consulente amministrativa: Valeria Prevosti
Direttore artistico: Daniele Astrologo
Progetto grafico: Gino Parisi
Stampa a cura di: Tecnografica (Lomazzo/Como)
A questo numero hanno contribuito, con i loro scritti e lavori:
Daniele Astrologo, Giorgio Battisti, Cesare Di Dato, Dario Frattini, Daniela Furlani, Enrico Gaffuri, Silvia Guzzetti, Antonio La Grotta, Dante Marchetti, Marco Pauselli,
Marcello Richiardi, Luigi Scollo, Pierpaolo Silvestri.
Edizione speciale a tiratura limitata di 500 esemplari numerati a mano.
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The name Ortigara indicates a mountain that was one, and not even the most important, of the goals of the Italian Army for the end of 1916 and the first part of the summer of 1917. It is one of the most popular places of the Asiago Plateau, one of the most spots during the World War I, and it's still full of its remains, testimonies and monuments. Ortigara is an imposing bastion, easily to reach from the plateau of Asiago, but accessible only by rough paths from Val Sugana. The village of Asiago, with its neighboring municipalities, is the gateway to the stony slopes of Ortigara and to other mountains top sadly known for the history of the thousands of soldiers -of Italian and Austrian Army- who died here.
The Austrian offensive in South Tyrol forced the Italian defensive line to move back to the edge of the plateau of Asiago, abandoning positions that Italy considered very important for the Protection of borders. therefore it became necessary –maybe obligatory- the reconquest of lost positions through "Operation K".
The offensive, launched June 10, 1917, culminated in the Battle dell'Ortigara from which depended the fate of the entire war effort to reconquer the lost positions during Strafexpedition 1916. Fought on the famous peak until 30 June 1917, impressed in the collective memory of those who lived it as "the ordeal of the Mountain". This was a real babel that brought to light the glaring inadequacy of those who occupied the positions of higher responsibility, inadequacy who later had a tragic confirmation upon defeat at Caporetto.
This is the greatest battle ever fought in proportion.